B.P. chi era costui?

Robert Stephenson Smyth Baden Powell nacque nel 1857 e rimase orfano di padre molto presto, nel 1860. La madre, donna energica incoraggiò i figli a trascorrere la loro vita all’aperto ed a studiare. Così B.P. ricevette le prime istruzioni di vita dal mondo naturale. A scuola era uno sportivo e veniva considerato un po’ eccentrico. Non era un genio ma all’esame di ammissione nell’esercito risultò secondo per la cavalleria e quinto per la fanteria. Il suo comandante, sir Baker Russel, dava più importanza all’iniziativa personale che alle esercitazioni e questo spronò B.P. a studiare il metodo di incoraggiare i suoi uomini ad usare il loro cervello. Nel 1884 il suo reggimento fu inviato nel Natal e prese parte ad una spedizione, senza combattimenti, verso la frontiera boera, dove si fece passare per attore, giornalista e artista ottenendo importanti informazioni. Nel 1895 durante la spedizione contro Prenpeh al comando di una leva di pionieri indigeni ebbe il compito di costruire una strada nella costa a Kumassi. Questo significava mettere a frutto il suo ingegno per superare grandi difficoltà organizzative e tattiche ma ciò stuzzicava B.P. perché la vita senza difficoltà era una gran noia per lui. La spedizione ebbe successo senza spargimento di sangue ed egli ne pubblicò il resoconto sotto il titolo di "La conquista di Prenpeh (1860)". Seguì la spedizione di Matabele "La migliore avventura della mia vita", come ebbe a dire. Fu là che gli indigeni gli dettero il nome di "Impeesa" ossia "l’animale che non dorme". Diventò quindi il più abile esploratore dell’esercito e fu in quel periodo che adottò il cappello da mandriano a tesa larga (quello degli scout) per la sua grande comodità e funzionalità. Fu promosso colonnello e nel 1897 mandato il India. Venne presto richiamato in Sud Africa per le sue attitudini, con l’ordine di organizzare un corpo di polizia per la frontiera nord occidentale della Colonia del Capo, quella con i Boeri. Allo scoppio della guerra si trovò con i suoi uomini a Mafeking. La storia del famoso assedio è spesso raccontata ma di fatto si trattò di un vero atto di ingegnosità nel mantenere quel fondamentale caposaldo strategico con pochi uomini, a fronte di migliaia di nemici. B.P. stesso descrisse quell’assedio una grande millanteria in quanto seppe sempre confondere il nemico circa l’entità effettiva delle proprie forze. Divenne giustamente un eroe in Patria per la sua audacia e la sua imperturbabile serenità. Tornato in patria fu promosso tenente generale. Il suo interesse nel frattempo si rivolgeva sempre di più ai ragazzi esploratori, addestrati allora per scopi speciali, mettendo in luce il meglio di ogni singolo individuo. Nel 1899 il suo libro "Aiuti nell’esplorazione" fu adottato nelle scuole per addestrare i ragazzi all’osservazione ed alla deduzione. Scrisse quindi alcuni appunti sul modo col quale l’esplorazione poteva venire adattata all’addestramento giovanile. Sir Artur Penny se ne interessò e ne risultò una pubblicazione "Lo scoutismo per i Ragazzi", divisa in libretti di 4 penny, che vendette in poco tempo mezzo milione di copie e fu tradotta in moltissime lingue. Il libro che ne risultò non era l’espressione di una sua teoria ma una serie di "chiacchierate al fuoco" con concetti di vario genere. Allo scopo di verificare i suoi principi B.P. sperimentò un campo nell’isola di Brownsea con 20 ragazzi scelti da condizioni sociali diverse. Fu un successo crescente e si prospettò la necessità di formare una speciale organizzazione. Il Movimento si estese rapidamente e B.P. scelse di abbandonare la sicura carriera militare per dedicarsi ai ragazzi dall’incerto avvenire, anche sulla spinta del Re Edoardo VII. B.P. non perse mai la fede nel futuro. Trascorse i suoi ultimi anni nel Kenia, in quell’Africa da lui tanto amata, un uomo di ottant’anni passati. E fino all’ultimo scrisse parole di incoraggiamento ai ragazzi ed ai loro capi. "Una cosa è essenziale alla pace generale e permanente, vale a dire un cambiamento totale nello spirito degli uomini. Cambiamento che li conduca ad una più stretta e reciproca comprensione, al soggiogamento dei pregiudizi nazionali ed alla capacità di vedere con gli occhi degli altri e con amichevole simpatia".
Morì nel gennaio 1941 e ciò che egli ha costruito ha resistito e resisterà alle tempeste ed alle violenze di molte future generazioni.
 

 ESCAPE='HTML'