La Storia del Gruppo


Era una sera d’inverno e soffiava un gelido vento di tramontana nel lontano 1978: sei persone, che avevano profondamente vissuto l’esperienza dello scoutismo, sedute intorno ad un tavolo dopo aver cenato avevano deciso, un po' per gioco, per bisogno e per  vocazione, di fondare un gruppo scout.
Le persone erano di Sampierdarena, e la loro attenzione era rivolta ai bisogni di quel quartiere. La convinzione di tutti era che un gruppo scout dovesse essere inserito in un contesto di chiesa locale e la decisone fu quella di individuare una parrocchia piuttosto popolata in cui non era presente un gruppo scout.
Fu identificata la parrocchia della Cella. Prima di incontrare il Parroco, furono contattati altri amici che credevano nello scoutismo, lo avevano vissuto, ma per diversi motivi al momento non ne facevano parte.
Il gruppo di sei persone ben presto si raddoppiò, furono in 12 a proporre al Parroco della Cella di iniziare una nuova esperienza nella parrocchia.
Individuato uno spazio adatto a ospitare le future sedi, affiancati da un sacerdote come assistente del gruppo, dettero alle prime riunioni per definire un progetto di crescita, i primi contatti con i ragazzi e le attività, anche se ad andamento ridotto e senza molto materiale a disposizione.
Dopo alcuni mesi di incessante e fruttuoso lavoro (si fece anche un piccolo campo estivo e delle uscite) il Parroco della Cella convocò i capi per esporre una questione importante: nella parrocchia di Belvedere  era appena arrivato un nuovo parroco; la situazione della parrocchia era particolarmente critica, sia per le infrastrutture sia per la vita della comunità; non esistevano gruppi di alcun genere, catechismo, animazione ed in particolare, pur essendo Belvedere un quartiere abitato da parecchi giovani (a differenza della Chiesa della Cella che era la Parrocchia di Sampierdarena con la popolazione più anziana), questi non erano assolutamente presenti nella parrocchia, né questa offriva loro occasioni di incontro e crescita.
Una proposta così stimolante non poteva sfuggire all’attenzione di chi aveva scelto di operare con i giovani in parrocchia.
Era una calda sera di fine estate e la brezza baciava dolcemente il chiostro di Belvedere nel 1979 quando si fece l’incontro con il Parroco di Nostra Signora di Belvedere per proporgli di continuare l’attività del gruppo scout nel Suo Santuario. La disponibilità del Parroco fu immediata ed entusiasta.
Furono messe a disposizione delle stanze destinate anche al catechismo: per iniziare potevano andare bene!
Con il passare dei mesi, il gruppo venne ad ampliarsi e a consolidarsi: prima venne fondato il clan a cui aderirono 11 giovani, poi il reparto maschile con 16 ragazzi e il branco con 44 bambine e bambini; il numero dei ragazzi aumentava e data la vivacità dei giovani e il tipo di attività svolte, ben presto gli spazi utilizzati insieme ai ragazzi del catechismo, non furono più sufficienti.
Fu individuato uno spazio attiguo alla chiesa, di proprietà della parrocchia, che in passato era stato utilizzato come canile, da tempo abbandonato, con il terreno e le strutture in completo degrado e che, bonificato, poteva soddisfare le esigenze del gruppo.
Con l’aiuto anche economico del Parroco fu acquistata una struttura prefabbricata in legno, dismessa dalla società autostrade e con l’aiuto anche di alcuni genitori, iniziarono i lavori di sistemazione del terreno e montaggio della struttura in cui sarebbero sorte  le future sedi.
Era ormai la primavera del 1980, il gruppo aveva quasi tutte le unità, mancava solo il formale riconoscimento dell’associazione;  fu deciso allora che era giunto il momento di appartenere a pieno titolo all’AGESCI, cosi venne fatta l’iscrizione e nacque ufficialmente il gruppo scout GENOVA 58.
 

Il Fazzolettone

Ora vi raccontiamo come il fazzolettone e il simbolo del gruppo sono stati scelti...
Sembrerebbe una cosa semplice da decidere, ma non lo è, specialmente se a qualunque cosa si vuole dare un significato, e per noi questo era importante!
Comunque sì, scegliere il colore è stato abbastanza semplice. Il nostro gruppo è nato come AGESCI, ma
tempo prima in Italia esistevano due associazioni: l’ASCI, composta di soli uomini, e l’AGI di sole don-
ne; anche a Sampierdarena era così, ma quando vi fu l’unificazione delle due associazioni, restò solo un
gruppo con i suoi colori, il Genova 53, mentre quello AGI smise di esistere.
Un vero peccato che un colore così bello non comparisse più nei fazzoletti degli scout... Allora perché
non farlo rivivere nei colori del nostro gruppo? E all’unanimità si adottò il verde come colore del no-
stro gruppo.
Come già detto, la scelta del colore era stata abbastanza semplice, ora si doveva decidere un simbolo.
Eravamo nati a Sampierdarena, volevamo tutti che il nostro simbolo ricordasse la delegazione: il gonfalo-
ne di Sampierdarena, che tutti conosciamo, ci aiutò parecchio, nel suo centro lo stemma del sole che sor-
ge all’orizzonte (sì, proprio così fu inteso!) su un mare non agitato ma increspato dal vento; cosa dire poi
della Lanterna che con i suoi raggi regolari illumina tutta la delegazione? Sì, anche questo faro doveva
essere ricordato nel nostro simbolo.
È fatta... il sole all’orizzonte, il mare e la lanterna erano presenti nel nostro simbolo, prepariamo un di-
segno. Tutti a pensare come rappresentare graficamente gli elementi che avevamo scelto dovessero
comparire nel simbolo.
Dovete sapere che la capacita di disegnare di Emilio é praticamente uguale a zero, con la penna è molto
bravo, ma con la matita proprio non ci sa fare... ma quella sera, sì perché era sera, fece a mano libera su
un foglio uno schizzo di quello che poteva essere il simbolo.
Non era male, anzi proprio carino, a tutti sembrò che potesse andare bene, ma bisognava rivederlo grafica-
mente, dare un’altezza, una larghezza appropriata, rivedere la proporzione dei raggi, ecc, ecc. Così tutti
quanti (a dire il vero non proprio tutti) alle prese con righe, squadre, e goniometri per tentare di rifare il
disegno con delle tecniche più professionali.
Ma nessun disegno realizzato rendeva come quello originale; finalmente, dopo parecchi ma inutili tenta-
tivi, fu presa la decisione più saggia: prendiamo la bozza iniziale, che per fortuna nessuno aveva butta-
to, raddrizziamo le linee (che fatte a mano non potevano essere diritte...) e mandiamo in stampa il no-
stro simbolo.
E dopo trenta anni quel sole con il mare increspato e la Lanterna che risplende sono ancora con noi.